A Ragusa il rugby è “arrivato” nel 1967. A “portarlo” è stato il siracusano, ma catanese d’adozione, Franco Pintaldi, da tutti conosciuto come “Taralla”, in quegli anni in servizio presso la sede delle Imposte Dirette di Ragusa. Per motivi di lavoro, prima di arrivare nel capoluogo ibleo, Pintaldi aveva vissuto, tra le altre, anche a Catania e Padova, dove aveva vestito le maglie dell’Amatori e del Petrarca. E quando, come a Ragusa, non aveva trovato una squadra con la quale giocare, l’aveva creata.
Così, un pomeriggio del giugno 1967, Pintaldi, pallone ovale sottobraccio, fa il suo ingresso al campo Enal di via Archimede e chiede ad alcuni ragazzi che erano lì a tirare due calci al pallone (rotondo) se vogliono provare a giocare a rugby.
Il primo a cui chiede è il sedicenne Ciccio Tumino, che nei successivi decenni sarà prima giocatore, e poi allenatore, presidente e, soprattutto, “tuttofare” e anima della squadra che avrebbe rappresentato Ragusa nell’Italia del Rugby. Insieme a lui quel giorno ci sono anche Gino Scrofani e Mimmo Arezzo.
Per i tre il rugby è un gioco sconosciuto, così com’è sconosciuto il pallone a forma di melone Paceco che Pintaldi tiene in mano. La curiosità vince sulla diffidenza.
Su quest’episodio le fonti però non sono concordi. Secondo Mimmo Arezzo, per esempio, qualche mese prima Pintaldi aveva già fatto un passaggio nelle scuole per reclutare aspiranti giocatori. Comunque, che ci sia stato o meno quel passaggio, la nascita del rugby a Ragusa è da datare giugno 1967, centoquaranta anni dopo la sua nascita a Rugby, nel Warwickshire inglese. Una nascita, quella del rugby ibleo, certamente meno leggendaria, ma che merita certamente di essere raccontata. E conservata. È questo ciò che vuole fare il presente sito.
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